Il cliente ha sempre regione
Piero Marrazzo ricattato con un video compromettente: pare che in passato abbia lavorato per il Tg2.
Il governatore del Lazio era solito incontrare dei trans in un vecchio covo delle Br. Colpa dei tagli al bilancio.
(Prima le Br, poi i trans. Una volta i servizi segreti sceglievano inquilini meno appariscenti)
L’ex giornalista Rai si giustifica: “Avevo nostalgia del secondo canale”.
Dopo le escort di Berlusconi, i trans di Marrazzo. Finalmente ci si confronta sui programmi.
Berlusconi avvisò Marrazzo. Si erano incontrati sulle scale.
L’avvertimento del premier: “C’è un video su di te”. Ma non sapeva che lo stavano già ricattando.
Pare che Berlusconi abbia custodito il filmato per parecchi mesi. Quando si dice unire l’utile al dilettevole.
(Di una cosa bisogna dare atto a Marrazzo: è sempre stato dalla parte dei consumatori)
Il Tg1 ha aperto l’edizione delle 13.30 con il caso Marrazzo. Preferiscono valorizzare gli esordienti.
Pensate al dramma di Feltri. Un politico del Pd beccato con trans e cocaina, e gli tocca inventare qualcosa per dire che non deve dimettersi.
Si sospettano mandanti occulti. Il filmato si chiude con il trans che dice “Italia uno!”.
Marrazzo ha detto di non volersi dimettere subito: ha ancora del credito nella chiavetta del caffè.
Adesso è ospite di una struttura gestita da sacerdoti. Ha optato per una disintossicazione graduale.
(Una scelta discutibile. Non ne ha abbastanza di uomini che vanno in giro con la gonna?)
Marrazzo: “Getto la spugna”. Il vecchio trucco.
“Lascio, pago la mia debolezza”. Sperando che accetti assegni pure lei.
(A parità di scandali, ecco la differenza: i politici di destra non si dimettono e non vengono sostituiti; quelli di sinistra invece si dimettono, e vengono sostituiti. Da politici di destra)
Insistenti le voci su Gasparri frequentatore di trans. Che adesso temono per la loro reputazione.
Gasparri nega di essere “chiappe d’oro”. Si è solo fatto la barba.