Carta batte sasso [parte seconda]
[continua da qui]
Concluso il processo per l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja: non ci sono colpevoli. Soprattutto, non c’è stato nessun omicidio. E poi, di che processo cianciate?
(in altre parole: sono stati gli stessi di Piazza Fontana)
Ad Anna Politkovskaja non hanno sparato. È lei che è inciampata su un proiettile.
Putin soddisfatto per la sentenza. “E comunque avevo un alibi”.
Netanyahu nuovo premier di Israele. “Ora Gasparri sarà contento”, ha commentato Al Qaeda.
Gli elettori di destra non vogliono Mastella. Eh no, belli, adesso è di nuovo il vostro turno.
Sanremo, vince Marco Carta. Niente da fare per Parisi.
Il motivo del successo del Festival? Lo stesso che fa rallentare gli automobilisti davanti agli incidenti stradali: la gente è curiosa di vedere com’è ridotta Patty Pravo.
A me è piaciuto il pezzo di Fausto Leali. Cantava il dramma di un padre. Quello di Povia.
Il messaggio della canzone di Povia: se i tuoi si separano, diventi gay. Se invece non ti picchiano abbastanza, diventi Povia.
La Cei critica il Festival: “DÃ un’immagine falsa dell’Italia”. Immediatamente ripescato Al Bano.
A Sanremo manifestazioni di gay e cassintegrati Fiat. Be’, una cosa in comune ce l’hanno.
Fuori programma durante la serata di venerdì: una pornostar nuda ha fatto irruzione sul palco. Bonolis le doveva ancora 50 euro.
Agli Oscar trionfa The Millionaire: la storia di un uomo che diventa improvvisamente ricchissimo e adorato dal popolo, mentre la polizia cerca invano prove dei suoi imbrogli. Molto apprezzate anche le musiche di Apicella.
La statuetta per gli effetti speciali va a Il curioso caso di Benjamin Button: la storia di un uomo che ringiovanisce man mano che gli anni passano. Non so voi, ma oggi è il giorno dei déjà -vu.
Nel carcere di Bollate è in sperimentazione un programma che consente di recuperare e reinserire la maggior parte dei colpevoli di crimini sessuali. Basta cambiargli diocesi.
L’Ue lancia la proposta alle case produttrici: unico caricabatterie per tutti i cellulari. Chissà che fila per ricaricare.